Per il secondo anno consecutivo, CRIPPACONCEPT e il Dipartimento di Ingegneria Civile-Architettura dell’Università di Pavia, hanno attivato un percorso di approfondimento dedicato all’unità abitativa minima.

Se nel 2019 i futuri ingegneri dell’Ateneo si erano confrontati con il mondo della progettazione per il settore delle vacanze all’aria aperta, il 2020 ha mutato le prospettive e ha posto l’attenzione sulla mobile home come unità abitativa minima, dimostrando una flessibilità, rapidità di progettazione e installazione senza precedenti, ideale per la creazione di nuovi insediamenti abitativi, commerciali ed emergenziali.

Con questa premessa, CrippaConcept e Università di Pavia hanno organizzato una International Summer School dal titolo “Architettura Mobile e nuovi modi di abitare il territorio”, partita il 6 luglio con un ciclo di incontri e conferenze che si sono svolte online in modalità bilingue aperte ad atenei non solo italiani; il percorso si è concluso in questi giorni e il team dei vincitori è in attesa – appena le condizioni lo consentiranno – di partire per il Ca’ Pasquali Village, per un’esperienza abitativa e vacanziera in stile glamping.

Alla Summer School hanno aderito 13 team costituiti da studenti provenienti da diversi parti del mondo, dalla Cina all’Egitto, dalla Russia all’Italia anche grazie alla partnership con importanti università tra cui l’Università degli Studi di Genova, L’Università Vanvitelli di Caserta, La Sapienza di Roma e le università di Opole in Polonia e Castellon de La Plana in Spagna.

“Abbiamo voluto creare – commenta Carlo Berizzi, Professore Associato di Progettazione Architettonica e Urbana presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università di Pavia, responsabile del progetto – un percorso profondamente radicato nel contesto socio economico attuale: il mondo del lavoro che cambia, si digitalizza, diventa sostenibile e si apre a nuove opportunità di vita nomade o di allontanamento dai grandi centri urbani, a nuove modalità di fruizione commerciale delle aree urbane dismesse ma anche ad esigenze di adattamento della propria vita a cambiamenti veloci per ragioni di benessere e – come in questo 2020 – per emergenza sanitaria, sono condizioni che richiedono rapidità costruttiva e flessibilità abitativa. Cambia quindi anche l’aspetto delle città e degli spazi extraurbani che mutano al mutare degli stili di vita: nuove aree vengono occupate e altre recuperate, perché l’architettura flessibile della mobile home permette di creare nuovi insediamenti, nuovi poli commerciali e lavorativi, aree di supporto ospedaliero e sanitario anche in modalità pop-up”.

Tra i tredici progetti presentati, il progetto battezzato THE LANTERN, di Ilaria Vassallo, Alessia Cerruto, Francesca Mirabelli, studentesse dell’Università di Genova ha convinto la giuria organizzata da Carlo Berizzi, Professore Associato di Progettazione Architettonica e Urbana presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università di Pavia e formata da Anna Brizzi (Presidente Ordine Architetti di Pavia), Augusto Allegrini (Presidente Ordine Ingegneri), Tiziano Cattaneo (ricercatore Università di Pavia), Ioanni Delsante (ricercatore Università di Pavia), Cristiano Bozzetti (Responsabile Commerciale e Marketing CrippaConcept), Simone Mazzucchielli (Responsabile dello sviluppo, CrippaConcept), Carlo Renieri (Responsabile divisione design, CrippaConcept), Lorenzo Pressatoi (area commerciale, CrippaConcept), Giancarlo Celesti (area commerciale, CrippaConcept), Paola Molteni (redattore esperto architettura DesignDiffusion),

THE LANTERN si basa sulla progettazione di una urban garden mobile che consenta l’incontro tra la vita urbana e l’esigenza di contatto con la natura come mezzo di sostentamento grazie ai prodotti della terra. Una tendenza, quella dell’orto urbano e dell’agricoltura cittadina che abbraccia anche il tema dell’approvvigionamento di frutta e verdura con l’esigenza di un dispendio minimo di risorse per ottenerlo. Il progetto parte dal desiderio di soddisfare un bisogno, quello di consolidare il rapporto tra la realtà urbana e la natura attraverso la volontà di rigenerare gli spazi abbandonati o in disuso e di migliorare la qualità della vita all’interno della città.
L’agricoltura urbana è oggi considerata l’agricoltura del futuro, perché può di trasformare l’ambiente e permettere di produrre cibo con un minimo consumo di risorse.

“Dati questi presupposti, la nostra proposta chiamata “the LANTERN” consiste in un’unità mobile con una struttura composta di sezioni metalliche. Circa due terzi dell’unità sono utilizzati come serra mentre per la parte restante è predisposta un’area per il lavaggio e per la preparazione del raccolto, quest’ultimo può essere acquistato e consumato all’interno dell’unità mobile. La serra ospita una coltivazione idroponica, caratterizzata da un minimo consumo di suolo, acqua ed energia e con una elevata produttività che rende possibile la coltivazione di più di 2000 piante al mese anche in piccoli spazi. La coltivazione idroponica richiede una illuminazione specifica a LED che permette il controllo della crescita delle piante garantendo condizioni simili a quelle naturali; questo tipo di illuminazione ha un valore sia funzionale che estetico, attraendo in particolare la sera l’attenzione dei passanti. L’elettricità richiesta per il funzionamento della serra proviene da risorse rinnovabili: un serbatoio esterno fornisce acqua pulita. “The LANTERN” non impone consumo di suolo: può essere collocato all’esterno oppure all’interno di strutture esistenti grazie alla sua flessibilità ed è adatto al suo trasporto presso mercati o eventi temporanei”

Il gruppo di lavoro ha individuato e preso spunto per la creazione e il posizionamento di queste unità, dall’area commerciale di Genova, ormai dismessa, il mercato comunale di Sampierdarena, che è archetipo per tutte quelle aree oggi non più vive, ma che per esigenze di ripopolamento e cambiamenti abitativi possono diventare nuovi poli di attrazione sostenibile delle persone, per lavoro, svago e commercio.

Il team, grazie a questo progetto innovativo, ha vinto l’opportunità di provare da vicino un’esperienza in mobile home in uno dei luoghi di eccellenza come meta di vacanza: Cà Pasquali, un glamping village a cinque stelle nell’area di Cavallino Treporti, una realtà unica dal punto di vista dell’organizzazione turistico ricettiva, con una sinergia sui generis fra imprenditori camping e amministrazione comunale, che ne ha fatto un modello gestionale del settore

Al di là dello svago, che è il nostro primo obiettivo, – commentano Alberto e Andrea Granzotto, “padroni di casa” di Cà Pasqualiil team vincitore avrà l’opportunità di sperimentare che cosa un’unità a zero consumo di suolo, come la mobile home, è in grado di generare in termini di attrattiva, ricettività, valorizzazione, conservazione dell’ambiente e gestione strategica d’impresa, in sinergia con gli imprenditori del territorio. Sono punti importanti per un progettista in crescita che deve rendersi conto di quale impatto (positivo) ha la propria opera su più leve della realtà circostante e che non rimane mai uno sterile esercizio di stile”.

Tra i team, si sono distinti anche due formazioni con progetti che hanno meritato la menzione d’onore.

Il team dell’Università di Pavia formato da Paolo Toto, Federico Mezzadra, Davide Tirelli. Con il loro progetto di “Pocket School”, focalizzato sul tema dell’educazione in contesti urbani con lo scopo di trovare una soluzione alla mancanza di spazio nelle scuole italiane dovuta al distanziamento sociale a seguito dell’emergenza Covid-19.

E il team di Natalia Rusolowska, Olga Watorek, Szymon Pawletko della University of Opole, Polonia, con la proposta “Mobile Office”. L’obiettivo principale è stato quello di progettare un ufficio che fosse facile da trasportare, e quindi di facile utilizzo in particolare per le compagnie che spesso cambiano località o per le persone giovani che devono intraprendere le proprie attività lavorative lontano dalle loro abitazioni. Garantendo uno spazio a pareti mobili facilmente personalizzabile ed estremamente flessibile.